domenica, agosto 02, 2015
Constatazione dell'irragionevolezza spuria. A tout le monde.
Questo post per descrivere le ennesime esperienze avvilenti, in risposta a precedenti domande. C'è da meravigliarsi? Forse qualcuno lo sarà, personalmente sono soltanto ennesime conferme di un mondo italiano di palestre, e non solo, in cui si vive.
Perché? Perché lo sport non è un valore, non lo è per i gestori delle palestre che guardano solo alle spese di luce, acqua calda, e al profitto, basandosi esclusivamente sul numero degli associati; non lo è per i proprietari, a cui il benessere delle persone iscritte (o la capacità degli istruttori) interessa ancora meno; non lo è per chi insegna, se acquisisce il titolo di istruttore o quello che è, dopo un anno di pratica e tre weekend di corso; non lo è per gli allievi, i quali ignorano modalità e metodologie corrette di allenamento e, ingenuamente, si affidano a chi trovano; né tanto meno per quelli più presuntuosi, che credono di sapere sempre tutto loro.
Come fare allora?
Affidarsi al caso o alla fortuna dato che solo dopo anni di pratica, molteplici cambi ed esperienze, viaggi studio e approfondimenti, potrai davvero comprendere se quello che hai fatto o stai facendo ti ha portato effettivamente benefici o ti ha rovinato il fisico per sempre. Ammesso che non ti sia fermato alla palestra sotto casa perché è vicina.
Ma tu chi sei per parlare così? Mi si chiederà giustamente a questo punto.
Io sono uno dei pochi che considera lo sport come un valore superiore, anteponendolo sempre e comunque ad interessi economici o di parte (e chi mi conosce lo sa bene, dato che spesso ho lavorato gratis e senza stipendio o in palestre in condizioni ignobili, fatiscenti, senza attrezzatura, al freddo e al buio). Ho viaggiato con una certa frequenza e quando me lo posso permettere mi sposto per osservare, informarmi, provare e imparare, giacché dopo 15 anni d'insegnamento e altrettanti di pratica negli sport più disparati sono perfettamente consapevole che c'è ancora tanto da sapere per migliorare se stessi e i metodi d'insegnamento, ma questo è un argomento inutile da affrontare qui o altrove poiché a chi sta in palestra, in sala o in ufficio, non importa nulla della qualità e ognuno, come dicevo prima, per ignoranza o speculazione, misura secondo un metro di giudizio diverso e comunque differente dal mio, che è e rimane la rara eccezione di chi combatte la propria battaglia personale e si rifiuta di adattarsi all'inevitabile.
Dopo anni di lavoro ci si aspetterebbe almeno un minimo riconoscimento professionale, ma non è così e quando mi presento nelle palestre, nessuno, dai proprietari a coloro che frequentano il mio corso, intende distinguere, individuare, identificare la mia professionalità e questo accade in qualsiasi campo ormai. Io non sono una persona che urla, sbraita o tenta d'imporsi con astuzia o altra maniera, "non mi so vendere" dice a ragione qualche mio allievo, però m'impegno a fare in modo che il mio lavoro parli per me, e i fatti che contano non riguardano il carattere più o meno socievole, gli stratagemmi subdoli o le bugie dette per far sentire meglio qualcuno, bensì i risultati del mio operato che si possono facilmente leggere e riscontrare nelle acquisite qualità fisiche e mentali di chi mi segue da mesi o anni. Alcuni capiscono, apprezzano e mi sono grati, altri seguono imperterriti i loro almanacchi mentali e si perdono per strada.
Tutto ciò ovviamente non basta perché per la maggior parte delle persone, la sostanza non è mai importante quanto l'apparenza e un pezzo di carta si fa fatica persino a leggerlo, specialmente quando ciò che ci sta scritto suscita invidia invece di ammirazione. E allora torniamo al punto iniziale.
La mia vita, fino ad ora, s'è incentrata su come migliorare gli allenamenti fisici, tecnici e tattici, sia come atleta che come insegnante. Ma l'Italia è il luogo dove sono solo, dove mi alleno da solo, senza amici, nessuno con cui condividere esperienze o idee, circondato da persone presuntuose e piene di sé, palestre zeppe di individui con poca voglia d'impegnarsi per raggiungere risultati apprezzabili, dove si è giudicati in base al come ci si presenta: se hai i capelli rasati o lunghi, se sei socievole o meno, se sei simpatico, educato, pompato, ignorante, scorbutico, pronto a menar le mani. E così mi capitano gestori o proprietari che spengono il telefono dopo essersi raccomandati di chiamarli, che non rispondono ai messaggi, che poi magari ti rassicurano ma non si presentano agli appuntamenti o dicono frettolosamente "sono occupato chiama più tardi". E io che faccio? In mancanza di una risposta definitiva chiara ed esplicita aspetto paziente e rinvio anche se ho già capito che non ci sarà posto alcuno per me. Poi ci sono quelli che non rispondono proprio alla mia presentazione e non so mai se i documenti sono arrivati a destinazione o se qualche segretaria interessata l'ha fatta opportunamente sparire.
La verità è che spesso le palestre e i loro gestori non valgono la carta su cui è scritta la mia esperienza. E mi è capitato di vedere un gestore di mezz'età che, davanti ai miei occhi, ha strappato il foglio di presentazione di un insegnante senza che minimamente avesse avuto a che fare con lei, soltanto perché un gruppo di donne iscritte al corso, e quindi senza alcuno strumento per giudicare se non la loro misera ripetitiva e unica frequentazione, si era lamentata della lezione, ovviamente differente da quella della loro pupilla preferita assente per ferie.
Ma io non ho intenzione di elemosinare, non piango, non chiedo, non mi dispero perché so che questi sono scenari comuni in Italia, dove un minimo di potere a chi non lo merita porta proprio tali conseguenze e non è vero che sono solo affari. E quando mi presento con il mio viso pulito e il vestito in ordine, mi sento dire che "scusa, ma chi insegna kickboxing o thai boxe deve essere un tipo particolare", e quel "deve" è riferito ai tratti somatici incattiviti e ai modi rudi di chi, secondo le grandi teste, dovrebbe insegnare sport e non alle ben più importanti capacità o valori acquisiti.
Ma sapete qual è la differenza tra un cibo e un altro in periodo di allenamento? Cosa cambia se si dorme su un piano soffice o su uno duro? Come va modulato l'addestramento se le temperature sono calde o se sono fredde? Certo che non lo sanno, io l'ho imparato a mie spese, l'ho provato sul mio fisico, queste e una miriade di altre cose. Ma tanto cosa importa, basta farsi il comune e banale doppio taglio e fingere un atteggiamento maleducato per essere all'altezza del compito di insegnare kickboxing o quello che è, perché così i tanti che si iscrivono sono è soddisfatti del brutto ceffo e lo ammirano anche proprio in base a come si presenta e non per quello che vale veramente.
La verità è che gli sport da combattimento, come li chiamo io in italiano, sono prevalentemente conseguenza e causa della maggioranza degli istruttori che li veicolano ed ecco perché poi accadono cose del genere. Per questo poi mi sento dire da alcuni "noi non abbiamo bisogno di full contact (o kickboxing a seconda se le loro conoscenze a riguardo sono aggiornate o meno), sai la nostra palestra si occupa di fitness", tradotto in lingua italiana la frase significherebbe non facciamo attività brutali come la kickboxing (o il full contact, oltre non vanno). Sarebbe corretto dire allora "la palestra fa solo aerobica", in tal modo almeno sarebbe preservata: 1) la pessima figura che si fa nell'ignorare il significato del termine "fitness" utilizzato a sproposito e 2) nell'escludere immotivatamente le discipline da ring da esso, nonché 3) il dare per scontato che tutti "insegnino" kickboxing (full contact o, aggiungo io, sport da combattimento in generale) nello stesso modo.
Ma ciò non accade solo riguardo agli sport da combattimento, come mi ostino a chiamarli io, ma anche in altre discipline "fitness" e quando sono andato a seguire una di esse, dopo che mi era stato proposto di tenere un corso simile, mi sono trovato dinanzi la solita boria di chi insegna dalla metà degli anni miei e si crede di essere superiore a chiunque in base a non si sa bene quale competenza o grande esperienza, che fa di tutto per mettermi, inutilmente tra l'altro, in difficoltà con frecciatine espresse ad alta voce davanti ai propri allievi, puntando tutto su una lezione - competizione che solo lui ha deciso di svolgere giacché mi ero tirato in disparte dopo i primi trenta secondi di accoglienza (durante i quali era stato abbastanza facile capire con che tipo di persona avevo a che fare, ossia una delle solite tante.)
Scenario deprimente quindi, ma io so cosa faccio poiché è lo stesso che pratico da allievo nei paesi dove il "fitness" è tenuto in gran conto e la forma fisica, sotto qualsivoglia disciplina, è un risultato da acquisire con sacrificio e sudore, non con parolacce, maleducazione o pose sconce. E me ne frego sinceramente dei pompati di pesi che sparlano dando voce al loro animo da donnicciola giudicando "buffonate" e "buffone" chi pensa diversamente da un bilanciere e vede l'allenamento in un altro modo, coloro che pretendono un addestramento militare e qualcuno che dica loro cosa e quando mangiare esattamente per aumentare il volume dei muscoli. Il rispetto qui in Italia non è dovuto nemmeno quando mostri i titoli, le carte e le esperienze in tuo possesso, se non li hai te le richiedono, se invece li hai vengono volutamente ignorate.
La professionalità in Italia non viene riconosciuta, poiché chi dovrebbe giudicarla, se mai gli venisse in mente di farlo, si trova spesso ad avere a che fare con chi ne ha più di essa.
La capacità in Italia non viene riconosciuta, dato che è così pieno di individui gonfi di astio, invidia e rivalità, così pieni di sé da non essere in grado di vedere oltre il proprio naso, novellini alla prima esperienza d'insegnamento che ritengono migliori di tutti, ragazzi e ragazze che si sentono dei campioni navigati per aver fatto sparring in palestra.
E per questo è piuttosto usuale che una persona preparata, titolata ed esperta venga trattata con arroganza e superficialità. Per questo e per i motivi detti in precedenza viene a mio discapito aperto un secondo corso di kickboxing e k-1 nella stessa palestra dove insegno con un istruttore fresco di diploma e presuntuoso che mi guarda storto quando mi vede perché vorrebbe accaparrarsi il corso completo pur avendo molto meno requisiti di me.
In queste condizioni io porto il mio messaggio di sport come valore, dell'allenamento come un mezzo per il proprio equilibrio fisico mentale, dell'addestramento come insegnamento di temperanza e disciplina. Il mio blog è sempre stato aperto, mai a pagamento e lo spam non è mai dipeso da me. Così come i filmati che, per scommessa e per mio ricordo personale, ho deciso di condividere con voi, e i miei interventi, tra il serio e il faceto, sono accessibili a chi lo vuole, come anche le mie esperienze, i miei pensieri, i miei allenamenti. E' la mia battaglia ed io ci sto, avrebbe cantato qualcuno. E allora vado avanti, ancora, fin quando avrò possibilità e desiderio, nonostante l'ignoranza, la scorrettezza, l'invidia, i truffatori, la scorrettezza, la stupidità, l'arroganza e chi mi viene contro, nonostante decidiate di rimanere a casa quando piove.
Perché? Perché lo sport non è un valore, non lo è per i gestori delle palestre che guardano solo alle spese di luce, acqua calda, e al profitto, basandosi esclusivamente sul numero degli associati; non lo è per i proprietari, a cui il benessere delle persone iscritte (o la capacità degli istruttori) interessa ancora meno; non lo è per chi insegna, se acquisisce il titolo di istruttore o quello che è, dopo un anno di pratica e tre weekend di corso; non lo è per gli allievi, i quali ignorano modalità e metodologie corrette di allenamento e, ingenuamente, si affidano a chi trovano; né tanto meno per quelli più presuntuosi, che credono di sapere sempre tutto loro.
Come fare allora?
Affidarsi al caso o alla fortuna dato che solo dopo anni di pratica, molteplici cambi ed esperienze, viaggi studio e approfondimenti, potrai davvero comprendere se quello che hai fatto o stai facendo ti ha portato effettivamente benefici o ti ha rovinato il fisico per sempre. Ammesso che non ti sia fermato alla palestra sotto casa perché è vicina.
Ma tu chi sei per parlare così? Mi si chiederà giustamente a questo punto.
Io sono uno dei pochi che considera lo sport come un valore superiore, anteponendolo sempre e comunque ad interessi economici o di parte (e chi mi conosce lo sa bene, dato che spesso ho lavorato gratis e senza stipendio o in palestre in condizioni ignobili, fatiscenti, senza attrezzatura, al freddo e al buio). Ho viaggiato con una certa frequenza e quando me lo posso permettere mi sposto per osservare, informarmi, provare e imparare, giacché dopo 15 anni d'insegnamento e altrettanti di pratica negli sport più disparati sono perfettamente consapevole che c'è ancora tanto da sapere per migliorare se stessi e i metodi d'insegnamento, ma questo è un argomento inutile da affrontare qui o altrove poiché a chi sta in palestra, in sala o in ufficio, non importa nulla della qualità e ognuno, come dicevo prima, per ignoranza o speculazione, misura secondo un metro di giudizio diverso e comunque differente dal mio, che è e rimane la rara eccezione di chi combatte la propria battaglia personale e si rifiuta di adattarsi all'inevitabile.
Dopo anni di lavoro ci si aspetterebbe almeno un minimo riconoscimento professionale, ma non è così e quando mi presento nelle palestre, nessuno, dai proprietari a coloro che frequentano il mio corso, intende distinguere, individuare, identificare la mia professionalità e questo accade in qualsiasi campo ormai. Io non sono una persona che urla, sbraita o tenta d'imporsi con astuzia o altra maniera, "non mi so vendere" dice a ragione qualche mio allievo, però m'impegno a fare in modo che il mio lavoro parli per me, e i fatti che contano non riguardano il carattere più o meno socievole, gli stratagemmi subdoli o le bugie dette per far sentire meglio qualcuno, bensì i risultati del mio operato che si possono facilmente leggere e riscontrare nelle acquisite qualità fisiche e mentali di chi mi segue da mesi o anni. Alcuni capiscono, apprezzano e mi sono grati, altri seguono imperterriti i loro almanacchi mentali e si perdono per strada.
Tutto ciò ovviamente non basta perché per la maggior parte delle persone, la sostanza non è mai importante quanto l'apparenza e un pezzo di carta si fa fatica persino a leggerlo, specialmente quando ciò che ci sta scritto suscita invidia invece di ammirazione. E allora torniamo al punto iniziale.
La mia vita, fino ad ora, s'è incentrata su come migliorare gli allenamenti fisici, tecnici e tattici, sia come atleta che come insegnante. Ma l'Italia è il luogo dove sono solo, dove mi alleno da solo, senza amici, nessuno con cui condividere esperienze o idee, circondato da persone presuntuose e piene di sé, palestre zeppe di individui con poca voglia d'impegnarsi per raggiungere risultati apprezzabili, dove si è giudicati in base al come ci si presenta: se hai i capelli rasati o lunghi, se sei socievole o meno, se sei simpatico, educato, pompato, ignorante, scorbutico, pronto a menar le mani. E così mi capitano gestori o proprietari che spengono il telefono dopo essersi raccomandati di chiamarli, che non rispondono ai messaggi, che poi magari ti rassicurano ma non si presentano agli appuntamenti o dicono frettolosamente "sono occupato chiama più tardi". E io che faccio? In mancanza di una risposta definitiva chiara ed esplicita aspetto paziente e rinvio anche se ho già capito che non ci sarà posto alcuno per me. Poi ci sono quelli che non rispondono proprio alla mia presentazione e non so mai se i documenti sono arrivati a destinazione o se qualche segretaria interessata l'ha fatta opportunamente sparire.
La verità è che spesso le palestre e i loro gestori non valgono la carta su cui è scritta la mia esperienza. E mi è capitato di vedere un gestore di mezz'età che, davanti ai miei occhi, ha strappato il foglio di presentazione di un insegnante senza che minimamente avesse avuto a che fare con lei, soltanto perché un gruppo di donne iscritte al corso, e quindi senza alcuno strumento per giudicare se non la loro misera ripetitiva e unica frequentazione, si era lamentata della lezione, ovviamente differente da quella della loro pupilla preferita assente per ferie.
Ma io non ho intenzione di elemosinare, non piango, non chiedo, non mi dispero perché so che questi sono scenari comuni in Italia, dove un minimo di potere a chi non lo merita porta proprio tali conseguenze e non è vero che sono solo affari. E quando mi presento con il mio viso pulito e il vestito in ordine, mi sento dire che "scusa, ma chi insegna kickboxing o thai boxe deve essere un tipo particolare", e quel "deve" è riferito ai tratti somatici incattiviti e ai modi rudi di chi, secondo le grandi teste, dovrebbe insegnare sport e non alle ben più importanti capacità o valori acquisiti.
Ma sapete qual è la differenza tra un cibo e un altro in periodo di allenamento? Cosa cambia se si dorme su un piano soffice o su uno duro? Come va modulato l'addestramento se le temperature sono calde o se sono fredde? Certo che non lo sanno, io l'ho imparato a mie spese, l'ho provato sul mio fisico, queste e una miriade di altre cose. Ma tanto cosa importa, basta farsi il comune e banale doppio taglio e fingere un atteggiamento maleducato per essere all'altezza del compito di insegnare kickboxing o quello che è, perché così i tanti che si iscrivono sono è soddisfatti del brutto ceffo e lo ammirano anche proprio in base a come si presenta e non per quello che vale veramente.
La verità è che gli sport da combattimento, come li chiamo io in italiano, sono prevalentemente conseguenza e causa della maggioranza degli istruttori che li veicolano ed ecco perché poi accadono cose del genere. Per questo poi mi sento dire da alcuni "noi non abbiamo bisogno di full contact (o kickboxing a seconda se le loro conoscenze a riguardo sono aggiornate o meno), sai la nostra palestra si occupa di fitness", tradotto in lingua italiana la frase significherebbe non facciamo attività brutali come la kickboxing (o il full contact, oltre non vanno). Sarebbe corretto dire allora "la palestra fa solo aerobica", in tal modo almeno sarebbe preservata: 1) la pessima figura che si fa nell'ignorare il significato del termine "fitness" utilizzato a sproposito e 2) nell'escludere immotivatamente le discipline da ring da esso, nonché 3) il dare per scontato che tutti "insegnino" kickboxing (full contact o, aggiungo io, sport da combattimento in generale) nello stesso modo.
Ma ciò non accade solo riguardo agli sport da combattimento, come mi ostino a chiamarli io, ma anche in altre discipline "fitness" e quando sono andato a seguire una di esse, dopo che mi era stato proposto di tenere un corso simile, mi sono trovato dinanzi la solita boria di chi insegna dalla metà degli anni miei e si crede di essere superiore a chiunque in base a non si sa bene quale competenza o grande esperienza, che fa di tutto per mettermi, inutilmente tra l'altro, in difficoltà con frecciatine espresse ad alta voce davanti ai propri allievi, puntando tutto su una lezione - competizione che solo lui ha deciso di svolgere giacché mi ero tirato in disparte dopo i primi trenta secondi di accoglienza (durante i quali era stato abbastanza facile capire con che tipo di persona avevo a che fare, ossia una delle solite tante.)
Scenario deprimente quindi, ma io so cosa faccio poiché è lo stesso che pratico da allievo nei paesi dove il "fitness" è tenuto in gran conto e la forma fisica, sotto qualsivoglia disciplina, è un risultato da acquisire con sacrificio e sudore, non con parolacce, maleducazione o pose sconce. E me ne frego sinceramente dei pompati di pesi che sparlano dando voce al loro animo da donnicciola giudicando "buffonate" e "buffone" chi pensa diversamente da un bilanciere e vede l'allenamento in un altro modo, coloro che pretendono un addestramento militare e qualcuno che dica loro cosa e quando mangiare esattamente per aumentare il volume dei muscoli. Il rispetto qui in Italia non è dovuto nemmeno quando mostri i titoli, le carte e le esperienze in tuo possesso, se non li hai te le richiedono, se invece li hai vengono volutamente ignorate.
La professionalità in Italia non viene riconosciuta, poiché chi dovrebbe giudicarla, se mai gli venisse in mente di farlo, si trova spesso ad avere a che fare con chi ne ha più di essa.
La capacità in Italia non viene riconosciuta, dato che è così pieno di individui gonfi di astio, invidia e rivalità, così pieni di sé da non essere in grado di vedere oltre il proprio naso, novellini alla prima esperienza d'insegnamento che ritengono migliori di tutti, ragazzi e ragazze che si sentono dei campioni navigati per aver fatto sparring in palestra.
E per questo è piuttosto usuale che una persona preparata, titolata ed esperta venga trattata con arroganza e superficialità. Per questo e per i motivi detti in precedenza viene a mio discapito aperto un secondo corso di kickboxing e k-1 nella stessa palestra dove insegno con un istruttore fresco di diploma e presuntuoso che mi guarda storto quando mi vede perché vorrebbe accaparrarsi il corso completo pur avendo molto meno requisiti di me.
In queste condizioni io porto il mio messaggio di sport come valore, dell'allenamento come un mezzo per il proprio equilibrio fisico mentale, dell'addestramento come insegnamento di temperanza e disciplina. Il mio blog è sempre stato aperto, mai a pagamento e lo spam non è mai dipeso da me. Così come i filmati che, per scommessa e per mio ricordo personale, ho deciso di condividere con voi, e i miei interventi, tra il serio e il faceto, sono accessibili a chi lo vuole, come anche le mie esperienze, i miei pensieri, i miei allenamenti. E' la mia battaglia ed io ci sto, avrebbe cantato qualcuno. E allora vado avanti, ancora, fin quando avrò possibilità e desiderio, nonostante l'ignoranza, la scorrettezza, l'invidia, i truffatori, la scorrettezza, la stupidità, l'arroganza e chi mi viene contro, nonostante decidiate di rimanere a casa quando piove.
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29 commenti:
davvero succede quello che dici fury? no immaginavo che anche in questo campo ci fosse la storia che cè altrove
sono rimasta scioccata da quello che strappa la presentazione dell'insegnante chiamata a fare una lezione in sostituzione immagino, senza parole e magari si tratta proprio di una palestra che conosco o di un proprietario o gestore insospettabile....
vergognosi i proprietari di alcune palestre e anche un certo tipo di persone che le frequentano
una perfetta analisi di tutti coloro che hanno a che fare con le palestre: proprietari, gestori, segretarie, istruttori e iscritti, ma fortunatamente, come hai ben sottolineato, non sono tutti tutti tutti così, qualche eccezione c'è ancora per fortuna, come per gli insegnanti, anche se il panorama non è dei migliori
in giro c'è pieno di gente di m***da
conosco almeno cinque o sei persone che seguono corci di aerobica e yoga proprio per le pose sconce
ance quelli sono requisiti in effetti ahahaha
comunque è proprio vero le lezioni con te maestro fury sono differenti da qualunque altra, sarà per le tue competenze o per il modo che hai di insegnare e far sembrare tutto facile, ma ogni allenamento con te mi rende migliore e mi capita soltanto con te
quando so di allenarmi con te maestro non c'è pioggia che mi fermi
io invece ho fatto anche il corso di aerocickboxing con fury dato che ha il diploma anche in quello appeso in sala, e mi sono trovata benissimo, nessuna lo fa come lo fa lui e lho trovato molto utile ance per una preparazione di base specifica oltre che per i risultati
è vero quello che scrive fury su se stesso, non gli ho mai sentito alzare la voce o innervosirsi particolarmente, è un tipo umile e molto modesto, pure troppo, a differenza di tanti spacconi che ci sono in giro e che valgono meno della metà di quello che credono
concordo e sottoscrivo, è verissimo
e una questione di complesso d'inferiorità, il maestro fury è l'unico che non lo ha
comunque a parte tutto personalmente ti ammiro tantissimo maestro Fury, il coraggio, la voglia e l'intenzione di spostarti continuamente e stare da solo per mesi in paesi tipo tailadia, camogia e altri, è una cosa pazzesca. io da solo nemmeno al campeggio riesco a stare e già dopo tre giorni mi dispero
concordo
vabbè maestro le soddisfazioni le prendi facendo il personal trainer
poi sicuramente maestro cè tanta gente in zona che ti segue, sia per la tua bravura nellinsegnamento sia perchè ti sono affezionati.
sei davvero un grande ad essere così sincero con noi, non ne conosco molte di persone così
sì, infatti, maestro, non hai paura di qualche ritorsione da parte dei proprietari?
sì certo il personal training permette a chi decide di rivolgersi a me di migliorare se stesso fisicamente e psicologicamente, ma le "mie" soddisfazioni a riguardo sono ben poche sia a causa dello scarso impegno che la maggior parte dei suddetti ci mettono (come frequenza e costanza) sia per il numero generale di loro. Se un centesimo di tutti coloro che hanno visitato il mio blog facesse personal training con me come si deve, forse potrei parlare diversamente.
Rispondo poi riguardo la zona. Sono più di dieci anni che mi alleno e faccio lezione (tra palestre e personal training) in zona P. Bologna, a Villa Torlonia, a volte a Villa Ada. Due, tre, quattro volte a settimana, tutti i mesi, prima quando mi allenavo per le gare, persino durante le feste, spesso rimango per ore a fare esercizi o pao o altro; più di dieci anni, ragazzi, avete idea di quanto sono?
E sapete quante persone conoscono me o la mia faccia?
Zero. Nessuna mi ha mai rivolto la parola o si è avvicinata a chiedere, quando facevo lezione privata o ero impegnato in uno stage o in un corso teorico o altro, nessuna si è interessata ai numerosi volantini che ho dato (personalmente o con i miei allievi) nessuna si è incuriosita a leggere i cartelloni che pubblicizzavano la mia attività. Mi si dirà, a ragione, che quella è una zona piena di fuorisede poco interessati e poco avvezzi a cose così "moderne" come il personal training o il tipo di percorso sportivo, ma rispondo tranquillamente che questa è solo una parte del problema dato che i fuori sede "studenti" stanno ormai dappertutto e in ogni quartiere di Roma.
L'unica verità, e rispondo così anche alla domanda dell'eventuale ritorsione dei proprietari, è l'indifferenza per se stessi, verso gli altri, verso ciò che c'è intorno. Come scrivevo nell'articolo sono pochissime le persone realmente interessate allo sport in generale e a questo tipo di sport in particolare, nonostante i numerosi frequentatori di palestre, i loro atteggiamenti e le loro chiacchiere, e non è una questione di "non m'interessa fare gare" è proprio la non voglia di impegnarsi (economicamente, fisicamente e mentalmente) in qualcosa che non sia una femmina, una passeggiata con le amiche o lo shopping. Quanto ai proprietari, gestori o chi ne fa le veci sono ancora meno interessati e non credo proprio che perdano il loro prezioso tempo a leggere il blog di un istruttore o di chiunque altro se non superficialmente.
Se a presentarsi in qualsiasi palestra ci andasse Nainggolan, senza sapere che è il giocatore della Roma, e proponesse un corso di muay thai o kickboxing o simili, verrebbe preso immediatamente anche senza credenziali, nessuno gli chiederebbe diplomi o altro. E sapete perché? Perché l'apparenza in Italia conta più dei titoli, delle capacità, dell'esperienza. Se si proponesse, invece, Petrosian, senza sapere che è un professionista nel genere, con quella faccia ispirerebbe poca fiducia e otterrebbe soltanto un "la chiameremo se e quando ci servirà una sostituzione". E comunque questo sarebbe solo il primo ostacolo, poi la storia si ripeterebbe con gli iscritti alla palestra e ai corsi.
io ci sono, maestro
hai ragione
su di me puoi contare
su di me puoi contare
è verissimo quello che dici a proposito dei tizi ce insegnano, per questo ho cambiato tante palestre prima di trovare un Mister come te di nome e di fatto, con una competenza da vendere
confermo ciò che ho detto, sei davvero una persona unica e speciale.
sembri piuttosto presuntuoso se non fosse che tutto quello che scrivi è vero, io sono un insegnante di fitness da cinque anni e con la mia esperienza posso confermare
sembrerebbe presuntuoso per chi non lo conosce
hahah bellissimoil paragone e azzeccatissimo tra laltro, però una cosa che non hai ribadito, è che dovrebbero avere già un "gruppo" di persone altrimenti il corso non lo danno nemmeno a loro.
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